CALENDARIO STAGIONE LIRICA A VIGOLENO


10 luglio 2004, 21.30    
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave
Don Carlos, VLADIMIR STOYANOV
Don Riccardo, DARIO MAGNABOSCO
Don Ruy Gomez de Silva, ORLIN ANASTASSOV
Elvira, KATIA PELLEGRINO
Ernani, ZVETAN MICHAILOV
Giovanna, RENATA CAMPANELLA
Jago, DAVIDE BARONCHELLI

Scene di Arcangela Di Lorenzo
Costumi di Artemio
Lighting designer,Nevio Cavina

Assistente alla regia, Annamaria Quercia
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
maestro concertatore e direttore, GUNTER NEUHOLD
Regia, RICCARDO CANESSA
Nuova produzione della Fondazione Arturo Toscanini nell´ambito del VerdiOpera 2004    


   
14 luglio 2004, 21.30    
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia in re minore op.125
per soli, coro e orchestra

Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati

soprano, MARIA COSTANZA NOCENTINI
mezzosoprano, ALESSANDRA PALOMBA
tenore, CLAUDIO BARBIERI
basso, KONSTANTIN GORNY

ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
direttore, GUNTER NEUHOLD
nell´ambito del VerdiOpera 2004    


15 luglio 2004, 21.30    
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave
Don Carlos, VLADIMIR STOYANOV
Don Riccardo, DARIO MAGNABOSCO
Don Ruy Gomez de Silva, ORLIN ANASTASSOV
Elvira, KATIA PELLEGRINO
Ernani, ZVETAN MICHAILOV
Giovanna, RENATA CAMPANELLA
Jago, DAVIDE BARONCHELLI

Scene di Arcangela Di Lorenzo
Costumi di Artemio
Lighting designer,Nevio Cavina

Assistente alla regia, Annamaria Quercia
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
maestro concertatore e direttore, GUNTER NEUHOLD
Regia, RICCARDO CANESSA
Nuova produzione della Fondazione Arturo Toscanini nell´ambito del VerdiOpera 2004    

  
17 luglio 2004, 21.30    
ERNANI
Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave
Don Carlos, VLADIMIR STOYANOV
Don Riccardo, DARIO MAGNABOSCO
Don Ruy Gomez de Silva, ORLIN ANASTASSOV
Elvira, KATIA PELLEGRINO
Ernani, ZVETAN MICHAILOV
Giovanna, RENATA CAMPANELLA
Jago, DAVIDE BARONCHELLI

Scene di Arcangela Di Lorenzo
Costumi di Artemio
Lighting designer,Nevio Cavina

Assistente alla regia, Annamaria Quercia
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
maestro concertatore e direttore, GUNTER NEUHOLD
Regia, RICCARDO CANESSA
Nuova produzione della Fondazione Arturo Toscanini nell´ambito del VerdiOpera 2004    


18 luglio 2004, 21.30    
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n.9 in re minore op.125
per soli, coro e orchestra

Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro, Corrado Casati

soprano, MARIA COSTANZA NOCENTINI
mezzosoprano, ALESSANDRA PALOMBA
tenore, CLAUDIO BARBIERI
basso, KONSTANTIN GORNY

ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI
direttore, GUNTER NEUHOLD
nell´ambito del VerdiOpera 2004    



Regole per l'acquisto dei biglietti


Sede della biglietteria
La Biglietteria Centrale, che funge anche da ufficio informazioni sulle attività della Fondazione, si trova presso la sede principale della Fondazione Arturo Toscanini a Palazzo Marchi, Strada della Repubblica 57, 43100 Parma e risponde ai numeri 0521-391320, fax 0521-391321, e-mail:  biglietteria@fondazione-toscanini.it.

Vendita online
Prenotare ed acquistare  biglietti online, attraverso il sito Internet della Fondazione ed i servizi offerti, è il modo più rapido per ottenere i migliori posti disponibili e partecipare ai più di 100 concerti e 60 recite d'opera che costituiscono l'attività annuale della Fondazione. Il servizio è attivo sino a 48 ore prima dell'inizio di ciascun evento.

Prenotazioni via fax
Per effettuare prenotazioni e pagamenti utilizzando il fax compilate in ogni sua parte l'allegato  modulo d'ordine in formato stampabile, scegliendo l'evento attraverso il calendario delle manifestazioni. Potete inviare il modulo via fax al numero 0521-391321.
L'assegnazione dei posti è basata sulla migliore disponibilità esistente nel settore prescelto al momento nel quale viene esaminata la richiesta.

Acquisto diretto
Presso la biglietteria è possibile acquistare e prenotare biglietti per tutte le attività musicali prodotte direttamente dalla Fondazione Toscanini. Gli orari di apertura al pubblico sono i seguenti: dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00, il sabato dalle 9.30 alle 12.30. E' possibile pagare in contanti, tramite bancomat o carta di credito (sono accettate Visa, MasterCard, Diners), oppure, dopo la presentazione di un documento d'identità, tramite assegno intestato alla Fondazione Arturo Toscanini.
Le biglietterie dei singoli luoghi di spettacolo aprono di norma un'ora e mezza prima dell'inizio di ogni manifestazione (due ore prima nel caso di manifestazioni estive all'aperto). Ai biglietti acquistati direttamente nel giorno stesso della manifestazione -e non prenotati in precedenza - non si applica il diritto di prevendita, che è costituito, di norma, da una maggiorazione del prezzo del biglietto pari al 10%.

Riduzioni e facilitazioni
I biglietti ridotti sono riservati ai minori di 18 anni ed ai maggiori di 65, nonché agli studenti universitari, dei Conservatori di Musica e degli Istituti Musicali, che presentino un documento comprovante la loro età o la loro iscrizione agli Enti appena citati. Le Aziende, i Circoli e le Istituzioni interessate a stipulare convenzioni con la Fondazione Toscanini - che prevedano un accesso facilitato dei loro clienti, familiari o dipendenti alle manifestazioni che essa organizza - possono rivolgersi a Luciana Dallari, Responsabile Marketing, fax 0521-391321, e-mail:  marketing@fondazione-toscanini.it.

Biglietti last minute
A partire da un'ora prima dell'orario d'inizio dello spettacolo ed esclusivamente presso le biglietterie dei Teatri sedi dei singoli concerti od opere verrà posto in vendita un limitato numero di biglietti, in ogni caso mai superiore al 10% della complessiva capienza del teatro, a prezzi ridotti. Il prezzo praticato sarà quello del settore immediatamente inferiore a quello richiesto. I biglietti last minute non riguardano la fascia di prezzo più bassa, non sono disponibili per tutti gli spettacoli e non possono essere acquistati presso la biglietteria centrale.

Gruppi
La Fondazione Toscanini considera gruppi insiemi di 20 o più persone che acquistano contemporaneamente biglietti per un singolo evento. Quale riduzione per i gruppi la Fondazione riconosce ad un quarto dei componenti un prezzo del biglietto pari alla fascia di prezzo immediatamente inferiore, pur assegnando sempre all'intero gruppo biglietti nel settore richiesto. Ai gruppi possono essere riservate ulteriori facilitazioni in base alle caratteristiche dello spettacolo. Informazioni sui trattamenti previsti per i singoli spettacoli possono essere richieste alla Biglietteria e sono rese pubbliche attraverso questo sito ed i mezzi di informazione e pubblicitari.

Biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza
La Fondazione Arturo Toscanini è, a partire dal settembre 2003, l'ente gestore delle stagioni lirica, concertistica e di balletto del Teatro Municipale di Piacenza, che dispone di una propria autonoma biglietteria posta all'interno del Teatro (via Verdi 41, 29100 Piacenza, tel. 0523-492251) ed alla quale occorre rivolgersi per gli eventi in programma nel Comune di Piacenza. La biglietteria centrale della Fondazione Toscanini può avere a disposizione limitati contingenti di biglietti, la cui entità può variare a seconda dell'evento e del risultato della campagna di sottoscrizione degli abbonamenti. Per ulteriori informazioni contattate la biglietteria centrale.

Rimborsi
I biglietti acquistati e pagati ma non utilizzati non sono più rimborsabili se non in caso di annullamento dello spettacolo. In tal caso il biglietto è rimborsabile integralmente, ad esclusione del diritto di prevendita, entro i cinque giorni lavorativi successivi alla data dello spettacolo. Rimborsi per via postale o bancaria saranno effettuati al netto delle spese. La Fondazione Toscanini può rimettere in vendita biglietti emessi solo a fronte di una sala totalmente esaurita in ogni ordine di posti e di una parallela richiesta di posti manifestata alla biglietteria del luogo di spettacolo, ed esclusivamente a fronte della presenza fisica del biglietto già emesso. In caso di spettacolo all'aperto, il rimborso è dovuto solo se l'interruzione definitiva dello spettacolo è avvenuta prima dell'inizio dello spettacolo o prima della fine del primo brano in programma (per i concerti) o del primo atto (per le opere liriche).

Non verranno effettuati rimborsi nella data dello spettacolo. Non si accettano contestazioni dei posti assegnati. Non si possono rilasciare duplicati in caso di smarrimento dei biglietti.
La Fondazione Toscanini non assume responsabilità per ogni variazione agli orari, alle date ed ai programmi annunciati, dovuta a motivi tecnici o di forza maggiore.


I BIGLIETTI DELLA STAGIONE MUSICALE ESTIVA 2004 a  Vigoleno, sono in vendita dal 1 giugno.
Informazioni e prenotazioni allo 0521-391320, fax 391321, e-mail: biglietteria@fondazione-toscanini.it





Come rugiada al cespite
Ernani, involami
Infelice! et tu credevi
No, vendetta più tremenda
Vieni meco, sol di rose
Oh, de' verd' anni miei

Notizie storiche sull'opera.
Nonostante il fiasco de I Lombardi alla prima crociata al Teatro La Fenice di Venezia nel 1843, nella primavera dello stesso anno Verdi firma un contratto con il suo direttore, il conte Moncenigo, per una nuova opera. Felice Romani e Temistocle Solera sono i librettisti di Verdi a Milano, Salvatore Cammarano a Napoli e Francesco Maria Piave diventa il suo collaboratore di fiducia, nonché amico, a Venezia.
Caduta la scelta del soggetto da tradurre in versi su l’Hernani di Victor Hugo, Piave inizia a lavorare alacremente sempre in strettissima collaborazione con il compositore, che pretende di seguire passo a passo il lavoro del librettista e poeta. L’opera va in scena il 9 marzo del 1844, con un successo quasi trionfale, tanto da essere rappresentata in altre quattordici città italiane e rimanere, fino alla fine degli anni ’50, l’opera più eseguita di Verdi. Solo alla Scala di Milano e al San Carlo di Napoli Ernani è messo in scena per ben otto stagioni per un totale di 240 rappresentazioni. Sempre nel 1844 la città di Venezia tributa il suo omaggio a Verdi dando l’opera anche al Teatro San Benedetto. All’estero calca i palcoscenici di Parigi.



Ernani
Dramma lirico in 4 parti

Libretto di Francesco Maria Piave



Ernani, il Bandito (primo tenore)
Don Carlo, re di Spagna (primo baritono)
Don Ruy Gomez de Silva, grande di Spagna (basso comprimario)
Elvira, sua nipote e fidanzata (prima donna soprano)
Giovanna, di lei nutrice (seconda donna)
Don Riccardo, scudiero del re (secondo tenore)
Jago, scudiero di Don Ruy (secondo basso)
CORI: Montanari ribelli e banditi - Cavalieri, famigliari di Silva - Ancelle di Elvira - Cavalieri del re - Personaggi della Lega - Nobili spagnuoli e alemanni - Dame spagnuole e alemanne
COMPARSE: Montanari e Banditi - Elettori e Grandi della Corte imperiale - Paggi dell'Impero - Soldati alemanni - Dame e famigliari d'ambo e sessi


La scena ha luogo:
Parte I. Nelle montagne d'Aragona - Nel Castello di Don Ruy Gomez de Silva.
Parte II. Nelle stesso Castello.
Parte III. In Aquisgrana. Parte IV. In Saragosa.  Castello
 Parte III, in Aquisgrana - Parte IV, in Saragozza.

Epoca: 1519.
Trama:

ATTO PRIMO

 

Scena prima
Nel 1519, in un bosco sulle montagne d'Aragona, un gruppo di ribelli festeggia la futura rivolta contro il Re. Appare l capo dei banditi, il il nobile proscritto Ernani (in realtà Don Juan de Aragón), che vuole vendicare il padre ucciso dal padre dell'attuale Re Don Carlo. Egli annuncia di voler rapire Elvira, di cui è innamorato e che dovrà sposare invece il vecchio zio, Don Ruy Gomez de Silva.


Scena seconda
Elvira, nel castello di Silva, attende di fuggire con Ernani. Appare invece Don Carlo, anch'egli innamorato della ragazza e deciso a convincerla a seguirlo. Elvira lo respinge, quando sopraggiunge Ernani. Lo scontro è interrotto dall'irrompere del vecchio Silva, che, irato dal trovare due sonosciuti nelle stanze della promessa e non riconoscendo subito il sovrano, lo sfida a duello insieme ad Ernani. L'arrivo degli scudieri di Carlo chiarisce la situazione: Silva si placa e tosto offre ospitalità a Don Carlo; Carlo salva Ernani, che intanto ha scambiato con Elvira promessa di reciproco amore, e spiega a Silva che si trovava nel castello per discutere con lui sulla futura elezione dell'imperatore.

ATTO SECONDO



Al castello di Silva, dove intanto si svolgono i preparativi per le nozze.
Arriva Ernani che, fallita la congiura contro il re, fugge travestito da pellegrino. Silva gli accorda ospitalità, ma poi lo sorprende con Elvira. Furente, medita vendetta: tuttavia al giungere del re, che sta dando la caccia ai fuggitivi, in nome degli obblighi di ospitalità nasconde Ernani e si rifiuta di consegnarlo. Dopo che gli sgherri del Re hanno perlustrato invano il castello, Carlo parte, portandosi via però anche Elvira. Silva sfida nuovamente a duello Ernani. Però allorché questi gli rivela che Don Carlo è loro rivale, Silva decide di unirsi a lui nella vendetta contro il Re. A titolo di pegno per il giuramento, Ernani rimette la propria vita nelle mani di Silva: ne sarà pegno il proprio corno da caccia che Ernani porge a Silva, al cui squillo Ernani si impegna a morire.

ATTO TERZO


Ad Aquisgrana (Aachen), luogo della tomba di Carlo Magno, si attende la nomina del nuovo Imperatore del Sacro Romano Impero. Don Carlo, favorito all'elezione, si introduce nel sotterraneo della tomba per volgere il proprio pensiero al sommo fondatore dell'Impero. Nello stesso luogo però, Silva, Ernani e i cospiratori della lega si preparano alla vendetta. Estraggono a sorte il nome di colui che dovrà uccidere Carlo: sarà Ernani. Silva prega Ernani di cedergli l'incarico in cambio della vita: questi rifiuta. La cospirazione viene interrotta da tre colpi di cannone che annunciano I'avvenuta elezione. Don Carlo appare allora, sorprendendo i congiurati, dei quali ordina l'immediata esecuzione. Una processione di Elettori, dame, paggi e cavalieri entra per rendere omaggio al nuovo Imperatore: tra essi c'è anche Elvira, che lo supplica affinché perdoni i ribelli e risparmi loro la vita. Don Carlo accorda l'amnistia, e magnanimamente concede inoltre che Elvira si unisca a Ernani, e che a quest'ultimo vengano resi il titolo ed i possedimenti. L'atto si conclude con un'apoteosi del novello Imperatore, successore di Carlo Magno. Solo una persona non emette grida di giubilo ma di vendetta: è Silva.

ATTO QUARTO



Terrazza nel palazzo di Don Juan de Aragón (il vero nome di Ernani). Si festeggiano gli sposi, quando viene notato dai servitori un uomo dallo sguardo tetro, avvolto in un mantello nero e coperto da una maschera, che si aggira con fare furtivo. Elvira ed Ernani sono al colmo della gioia, ma mentre si scambiano il tanto sospirato eterno amore, si ode il suono di un corno. Ernani, riconoscendo il segnale, impallidisce e allontana Elvira con un pretesto. Poco dopo appare Silva, che, togliendosi la maschera e facendosi riconoscere, ricorda il patto. Ernani cerca di dissuaderlo; quindi anche Elvira, che nel frattempo è tornata e intuisce quello che sta accadendo, si scaglia contro il vecchio, dapprima con violenza, poi con dolcezza, ma tutto è inutile. Silva è irremovibile. Ernani non può che tener fede al giuramento: con un pugnale si trafigge il petto e muore mentre Elvira si lascia


SINFONIA n° 9 di Ludwig van Beethoven


Vita e opere di Ludwig van Beethoven

Ludwig van BEETHOVEN naque a Bonn nel 1770 da famiglia originaria delle Fiandre. IL nonno Ludwig e il padre Johann furono anch' essi musicisti. Beethoven già precocemente manifestò attitudini musicali sotto la guida del padre, ma con Neefe iniziò la sua vera formazione musicale. La sua infanzia fu segnata da gravi preoccupazioni dovute al fatto che il padre si alcolizzava, la madre morì nel 1787, e lui dovette provvedere ai bisogni della famiglia; ma tutto ciò non gli impedì di proseguire gli studi musicali.
Con l'arrivo a Bonn dell'arcivescovo Maximilian Franz e dei suoi modi di governo illuminato l'atmosfera della città cambiò radicalmente. Fu fondata un'università frequentata anche da Beethoven, che intanto insegnava pianoforte nella famiglia von Breuning , e in quell' ambiente entrò in contatto con personalità quali Goethe, Schiller e Herder.L'arcivescovo intanto lo prese al suo servizio e diede a B. la possibilità qualche anno più tardi di andare a studiare a Vienna. Qui vi rimase fino alla morte perchè i suoi legami con Bonn furono troncati dalla invasione francese della città. A Vienna studiò con Haydn, Salieri e Albrechtsberger e presto acquistò fama grazie alla sua bravura al pianoforte.Godette della protezione di personaggi autorevoli come i principi Lobkowitz e Lichnowsky e l'arciduca Rodolfo. Questo fu per il maestro il periodo di maggior fortuna economica, ma purtroppo furono anche gli anni in cui si manifestarono i primi sintomi della sordità.

L'opera di Beethoven non è molto vasta (se rapportata all'opera di Mozart o Haydn) ma ricca di innovazioni fondamentali su molti fronti.
Il catalogo registra 138 composizioni di cui le maggiori sono:le 9 sinfonie, i 5 concerti per pianoforte ed orchestra, il concerto per violino, le 2 messe, l' opera teatrale Fidelio, le 32 sonate per pianoforte e i 16 quartetti per archi.
Sarebbe impossibile in poche righe parlare delle peculiarità di queste opere, quindi cercherò di descrivere le innovazioni della musica del maestro in modo generale.

L'opera di Beethoven viene suddivisa in tre periodi:
Il primo fino al 1800 circa, risente l' influsso del classicismo viennese (Haydn e Mozart), ma la scrittura e già molto originale. Partendo dagli schemi formali tradizionali B. sviluppa una scrittura più libera,personale, piena di sconvolgente audacia espressiva.
Il secondo periodo sino al 1814 e il periodo in cui il maestro raggiunge il successo ed è in possesso di uno stile peculiare; durante questa fase le forme classiche pian piano si modificano sotto la spinta di una musica ormai "diversa" che non può essere confinata in classici schemi formali, una musica trabondante di connotati chiaroscurali e patetici che preannunciano il romanticismo musicale.
Il terzo periodo è quello che fa di Beethoven un maestro immortale.
Nelle composizioni della maturità le forme classiche sotto la forza dirompente della tensione espressiva si sfaldano.Il discorso musicale acquista il senso del pensiero interiore del musicista. Le opere che prendono vita in questo periodo sono atemporali e
uniche, uno stile che non ha ne precedenti ne continuità e diviene musica ASSOLUTA.
La grandezza e l'immortalità della musica del maestro è spiegabile solo attraverso un'analisi del mondo interiore di Beethoven; un uomo che vive per idee nobili ed immortali e che traspone tutta la sua energia nella musica, facendola divenire un linguaggio astratto, atemporale e nobile, unico messaggero dell'assoluto.
(sono del maestro le parole:LA MUSICA E' RIVELAZIONE PIU' ALTA DI OGNI SAGGEZZA DI OGNI FILOSOFIA).
Beethoven è morto a Vienna nel 1827 nella completa sordità.



LA SINFONIA N° 9

"O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.

Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!

Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.

Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,
sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.

Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!"


Commento critico
La Nona Sinfonia fa parte di quella messe di composizioni, in cui il grande musicista arrivato ormai a supreme e raffinatissime capacità tecniche, cerca in se stesso, un mondo nuovo dalle avveniristiche possibilità espressive. In questo per nulla agevolato dalla sordità che ormai da anni lo tormenta.
Scritta tra il 1822 ed il 1824 questa sinfonia è la Sinfonia per antonomasia: la più straordinaria della Storia della Musica! Non averla mai ascoltata equivarrebbe a non conoscere la Gioconda di Leonardo Da Vinci o la Pietà di Michelangelo.

Per un non-musicista, che pur avendo un udito perfetto fa fatica a seguire lo sviluppo di un tema musicale, è quasi incredibile solo immaginare, in quale misura un musicista come Beethoven abbia così completamente interiorizzato il senso della musica, da poterne scrivere in maniera così complessa e per giunta senza l'ausilio dell'udito.
Il compito è reso poi più gravoso dal fatto che non si tratta di un lavoro scritto su un modello collaudato, ma al contrario assolutamente originale per impostazione e proporzioni (quasi) smisurate per quei tempi.
Qui il Titano di Bonn chiede all'orchestra, al coro ed ai solisti che compongono il vasto impianto esecutivo di spingersi ai limiti delle loro possibilità tecniche ed espressive.
Gli ultimi Quartetti, le tarde Sonate per pianoforte, la Missa Solemnis risentono indubbiamente di questa rinnovata concezione beethoveniana.
Potrebbe diventare assai arduo scorgervi incisi tematici ben strutturati, melodie di tersa cantabilità, come quelle che si trovano nelle precedenti otto sinfonie.
Nella Nona Sinfonia gli incisi tematici non hanno un valore melodico autonomo, sono quasi alla stregua di un materiale primitivo, che sostanzia di sé ogni battuta musicale.
Il primo tempo "allegro ma non troppo, un poco maestoso", attacca con un inciso ritmico elementare, che poi dà vita ad una larva tematica di sole quattro battute.
Su questo tema essenziale si erge poi tutta la monumentale costruzione dell'Allegro, formidabile soprattutto per gli effetti che il complesso sviluppo raggiunge pur in modo apparentemente lineare.
Il tutto diviene allora un abbacinante affresco, dove le forze della natura sembrano prendere vita, dove l'elemento umano è unificato e riprodotto in distillate essenze sonore.
Il secondo tempo - un insolito scherzo irritualmente collocato prima dell'adagio e non viceversa - è ad avviso di molti musicologi la pagina più sconvolgente dell'intera sinfonia: complesso nella struttura formale, eppure di una forza comunicativa assolutamente conquistatrice e profetica, di quanto nella musica avverrà nei decenni successivi.
L'adagio seguente si snoda poi su due temi pacati e lirici, alternativamente variati nel corso del movimento. Dopo di che troviamo il presto, un brano quasi "brutale", aggressivo che anticipa musicalmente il successivo recitativo del basso.
Con straordinaria acutezza formale si presentano nel corso di questo tempo i leitmotiv precedenti - dall'allegro all'adagio - per sfociare in un allegro assai conclusivo, nel quale la voce umana si presenta per la prima volta in una sinfonia beethoveniana, attraverso l'imperioso recitativo del basso.
Questo finale presenta il tripudio delle masse corali e orchestrali intorno al celeberrimo "Inno alla gioia" di Schiller. Un pezzo, quest'ultimo, di sconcertante difficoltà tecnica, sia per l'orchestra, che per i cantanti, nel quale Beethoven costruisce una grandiosa doppia fuga, autentico culmine artistico della sua vita di musicista, conclusa poi da un maestoso inneggiare alla fratellanza tra i popoli e alla fiducia nell'umanità.
Dagli scritti emerge un immenso amore per la natura, quasi in essa trovasse conforto e potesse lenire nella sua contemplazione i suoi rovelli.

   
Scrisse alla sua amica Therese Malfatti nel maggio del 1810: "Quanto è fortunata Lei, che è potuta andare in campagna già così presto. Io non potrò godere tale beatitudine fino al giorno 8. Non c'è nessuno che possa amare la campagna quanto me. Dai boschi, dagli alberi, dalle rocce sorge l'eco che l'uomo desidera udire."

Da una lettera alla Contessa Erdody nel 1815:
"Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito,  siamo nati per avere insieme gioie e dolori;  e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza".
    
Nei "Quaderni di conversazione" troviamo: "Onnipotente, nella foresta! Io sono beato, felice: ogni albero parla attraverso te-O Dio! Che splendore! In una tale regione boscosa, in ogni clima, c'è un incanto-E' come se in campagna ogni albero mi facesse intendere la sua voce dicendomi: santo, santo!"

Più in avanti, mentre si infittiscono gli appunti e i temi per la sua sesta sinfonia, la "Pastorale", Beethoven scrisse:"Chi mai potrà esprimere tutto ciò?"

Ma il suo più recondito sentire lo esprime nel "Testamento di Heiligenstadt", una lettera indirizzata ai suoi fratelli Karl e Johann il 6 ottobre 1802.
"O voi che pensate che io sia... misantropo, quale ingiustizia mi fate!... Da sei anni sono vittima di una terribile sventura, aggravata da medici incompetenti... mi è impossibile gridare alla gente:" Parlate, gridate perchè sono sordo!" Ah, come può essere possibile rivelare la debolezza di un "senso" che dovrebbe essere più acuto in me che negli altri uomini?"


"La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia...
Chi penetra il senso della mia musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli altri uomini."